L’insediamento di Trump e il suo significato
di John Kirkland (Workers’ Voice, Usa)
Donald Trump ha prestato giuramento lunedì 20 gennaio (Martin Luther King Day), in una cerimonia a cui hanno partecipato l'élite di Washington, una delegazione di oligarchi del settore tecnologico - tra cui Bezos, Zuckerberg e Musk - ed ex presidenti. Nel suo discorso inaugurale, Trump ha proclamato che «l'età dell'oro dell'America inizia proprio ora. Da oggi in poi il nostro Paese rifiorirà e sarà rispettato in tutto il mondo».
Riferendosi all'attentato contro di lui in Pennsylvania, Trump ha dichiarato di essere stato «salvato da Dio per rendere l'America grande di nuovo» e ha proclamato il 20 gennaio 2025 come «giorno della liberazione».
Trump ha tenuto un discorso ben studiato che è sembrato leggermente più coerente della maggior parte dei suoi discorsi in campagna elettorale. Il discorso ha ribadito una serie di punti della sua campagna elettorale che sono stati concepiti per attirare e solidificare le diverse componenti della coalizione Maga [«Make America Great Again», slogan della campagna elettorale, ndt].
Per i miliardari e gli altri capitalisti che si sono uniti al campo Maga, Trump ha promesso di azzerare le normative commerciali e ambientali, abbassando al contempo le tasse sulle imprese. I dipartimenti federali e i programmi sociali saranno resi molto più snelli, mentre il denaro continuerà a fluire verso le industrie militari, spaziali, petrolifere, minerarie e tecnologiche. Il rafforzamento delle forze armate viene descritto come un metodo per «mantenere la pace» e ottenere concessioni dall'estero, magari con un po' di battaglie a colpi di sciabola in luoghi come Panama. Nel frattempo, le proteste verrebbero stroncate e l'ordine pubblico mantenuto.
Trump ha promesso di eliminare il cosiddetto «Deep State» [sta per «poteri forti occulti», ndt] e ha nominato un «Dipartimento per l'efficienza del governo» (Doge), una commissione consultiva presidenziale guidata dal miliardario Elon Musk e da Vivek Ramaswamy. Si prevede che Musk, che ha speso 277 milioni di dollari per far eleggere Trump, avrà un ruolo di primo piano nell'amministrazione. Nel periodo successivo alle elezioni, l'oligarchia tecnologica si è spostata più saldamente nel campo di Trump. Musk è stato affiancato, nel suo sostegno a Trump, da Jeff Bezos (Amazon e Washington Post), Mark Zuckerberg (Meta) e dall'amministratore delegato di Apple Tim Cook, che ha donato un milione di dollari al comitato inaugurale di Trump.
Agli oligarchi della tecnologia si aggiunge l'amministratore delegato di PayPal Peter Thiel, da sempre sostenitore di idee di destra e liberiste. Thiel è un finanziatore del vicepresidente entrante Jd Vance. Zuckerberg, facendo una concessione a Trump, ha promesso di ridurre o eliminare il fact checking su Facebook. Il Washington Post ha eliminato una vignetta della satirica Ann Telnaes che ritraeva i miliardari della tecnologia prostrati davanti a Trump. Telnaes si è poi dimessa.
Ai cittadini meno abbienti, compresi i disorientati della classe media e alcuni lavoratori che hanno votato per lui, Trump ha offerto una vuota promessa di spazzare via «l'establishment radicale e corrotto» che «ha succhiato potere e ricchezza dai nostri cittadini». Allo stesso tempo, come ha fatto nei suoi discorsi in campagna elettorale, ha cercato di spostare la responsabilità dei problemi economici e sociali del Paese dall'«establishment» ricco ai capri espiatori. Come rimedio, ha promesso misure che aumenteranno la repressione per gli immigrati, faciliteranno la discriminazione delle persone trans e metteranno il mondo intero in ulteriore pericolo a causa del cambiamento climatico.
Trump ha fatto molte promesse alla sua base, ma è improbabile che sia in grado di mantenerle. Molti dei problemi del Paese sono radicati nelle molteplici crisi del sistema capitalistico stesso. Il capitalismo deve affrontare sfide economiche, climatiche e politiche interconnesse che non possono essere risolte nell'interesse della classe operaia senza agire contro il sistema stesso che le guida.
Le idee politiche di Trump sono contraddittorie. La sua retorica gioca a favore dell'estrema destra, ma la squadra che ha costruito non riflette un orientamento programmatico unitario. Le nomine del suo gabinetto includono interventisti neocon più tradizionali, nonostante l'estremismo retorico di Trump. Inoltre, il suo candidato a Segretario alla Difesa è un nazionalista bianco cristiano. Come abbiamo già sottolineato, Trump non ha una visione politica coerente del mondo. Ciò che conta per Trump è ciò che serve ai suoi scopi al potere e in quel momento. In questo senso, può essere imprevedibile e pericoloso.
Immigrazione: deportazioni di massa
Trump, in questo suo breve periodo alla Casa Bianca, ha firmato una serie enorme di decreti esecutivi. Tra questi, la dichiarazione di «un'emergenza nazionale al nostro confine meridionale» e la promessa di riportare «milioni e milioni di stranieri criminali nei luoghi da cui provengono». Ha promesso di tornare a una politica di «permanenza in Messico» e di fermare il cosiddetto programma di «cattura e rilascio» dell'amministrazione Biden. Ha attaccato gli immigrati privi di documenti legali definendoli «pericolosi criminali, molti dei quali provenienti da carceri e istituti psichiatrici». Ha detto che invierà truppe al confine meridionale per fermare «l'invasione del nostro Paese».
Trump ha affermato che il sistema di deportazione di massa sarà messo in atto quasi immediatamente (1). La sua nuova amministrazione ha messo in moto la possibilità di rendere accessibili chiese, ospedali e scuole alle incursioni dei funzionari federali. Trump e il suo team hanno minacciato la deportazione di milioni di uomini, donne e bambini, sebbene l'amministrazione si sia rifiutata di citare numeri concreti. Si stima che nel Paese ci siano tra gli 11 e i 15 milioni di lavoratori senza documenti, principalmente nel settore dell'agricoltura, dell'edilizia, della ristorazione e dell'ospitalità. La deportazione di massa dei lavoratori di questi settori, soprattutto in un contesto di carenza di manodopera, sarebbe tra l’altro dannosa per l'economia.
Durante la campagna elettorale Trump ha diffamato i migranti e i richiedenti asilo, accusando gli immigrati dall'America Latina di essere criminali, stupratori e assassini. Ha affermato in modo sorprendente e falso che gli immigrati haitiani mangiano gli animali domestici dei vicini, una calunnia razzista simile a quelle diffuse negli anni Settanta e Ottanta contro gli immigrati vietnamiti, accusati di mangiare cani e gatti.
La Camera dei Rappresentanti ha recentemente approvato la legge Laken Riley, che prevede misure di detenzione putativa nei confronti dei lavoratori immigrati accusati di determinati reati. La legge è stata approvata con il sostegno bipartisan di alcuni democratici. La versione del Senato della legge è stata emendata per richiedere la detenzione per gli immigrati accusati di aver aggredito un agente di polizia. L'emendamento è stato approvato con un ampio sostegno bipartisan. Si prevede che il governo costruisca campi di internamento di massa per la detenzione degli immigrati. Trump ha anche dichiarato che qualificherà i cartelli della droga come «organizzazioni terroristiche straniere». Ha detto che userà una legge sui nemici esteri del 1798 per utilizzare «le forze dell'ordine federali e statali» per eliminare le bande «straniere» negli Stati Uniti.
L'immigrazione rappresenta una possibile spaccatura nella coalizione di Trump, composta da miliardari e dall'estrema destra. Se da un lato l'estrema destra è entusiasta di un robusto programma di deportazione, che rappresenta una sorta di pulizia etnica, dall'altro il costo fiscale di un tale programma potrebbe essere proibitivo. Inoltre, è chiaro che ampi settori della società statunitense non sostengono un programma così disumano e reazionario. Attraverso la costruzione di un'ampia opposizione di massa, i lavoratori e gli oppressi possono porre fine a questa politica.
Il ruolo di Elon Musk
A dicembre, il dibattito sull'immigrazione è esploso all'interno dello schieramento di Trump, con gli attivisti di estrema destra che hanno attaccato Elon Musk sulla questione dei visti H-1B [i visti per chi svolge attività specialistiche con qualifiche professionali, ndt], un meccanismo attraverso il quale le aziende tecnologiche impiegano i lavoratori del settore informatico meno pagati. La polemica è scoppiata quando l'influencer Maga Laura Loomer ha attaccato Sriram Krishnan, nominato da Trump come consulente per le questioni legate all'intelligenza artificiale. Krisnan è un sostenitore dell'immigrazione attraverso i visti H-1B. Elon Musk ha risposto alle critiche postando su X: «La ragione per cui sono in America insieme a tante persone critiche che hanno costruito SpaceX, Tesla e centinaia di altre aziende che hanno reso forte l'America è grazie agli H1B. Fate un grande passo indietro e prendetevela con voi stessi. Su questo tema farò una guerra che non potete assolutamente comprendere».
Inoltre, Musk ha affermato che c'è una carenza di lavoratori tecnologici qualificati nati negli Stati Uniti, in contraddizione con le affermazioni di Loomer e di altri esponenti della destra, secondo i quali i cittadini statunitensi sono soppiantati da lavoratori provenienti dall'estero. Musk ha scritto su X che «in America c'è una terribile carenza di ingegneri talentuosi e motivati... Se costringete i migliori talenti del mondo a giocare per l’avversario, l'America perderà».
Secondo Cbs News, «i dati del mercato del lavoro suggeriscono che i lavoratori del settore tecnologico americani non scarseggiano, i critici del programma H-1B affermano che soppianta gli americani a favore di dipendenti nati all'estero assunti con salari più bassi». La Cbs ha continuato scrivendo: «Le aziende tecnologiche hanno anche licenziato centinaia di dipendenti negli ultimi anni, pur continuando a sponsorizzare nuovi visti H-1B. Un'analisi dell'Economic Policy Institute ha rilevato che le prime 30 aziende quanto a numero di lavoratori H-1B impiegati hanno assunto 34.000 nuovi dipendenti H-1B nel 2022, ma hanno licenziato almeno 85.000 lavoratori nello stesso anno e all'inizio del 2023».
Trump si è schierato dalla parte di Musk in questo dibattito, scatenando la reazione di Steve Bannon che ha accusato Musk di voler costruire un «tecno-feudalesimo su scala globale». Bannon ha anche chiesto la deportazione di massa dei titolari di H-1B e ha definito il programma una «truffa totale» che consente al settore tecnologico di sfruttare la manodopera a basso costo.
In un articolo di Workers Voice, Trump e gli alleati di destra si scontrano sul programma per immigrati H-1B, abbiamo scritto: «Gli H-1B sono stati una manna dal cielo per l'industria tecnologica per due motivi. In primo luogo, ha permesso all'industria di espandersi a un ritmo più veloce di quanto l'economia statunitense avrebbe potuto fare solo con lavoratori nativi del settore tecnologico. In secondo luogo, ha creato una vasta sottoclasse di lavoratori tecnologici che vengono sfruttati a un tasso più elevato rispetto ai cittadini e ai residenti permanenti, poiché spesso sono legati a un unico lavoro e cambiare lavoro mantenendo un H1-B è molto più difficile».
Difendere la classe operaia significa lottare per i diritti degli immigrati e contro le divisioni artificiali imposte al mondo dai capitalisti. Siamo contrari a tutte le deportazioni e vogliamo garantire ai lavoratori immigrati tutti i diritti civili, compreso il diritto di cambiare lavoro, di licenziarsi senza perdere diritti, di unirsi a un sindacato, di votare e di accedere facilmente alla cittadinanza.
Dazi e Cina
Trump ha detto che avrebbe costretto il suo gabinetto a «sconfiggere l'inflazione record e a ridurre rapidamente i costi». In palese contraddizione con questa pretesa, tuttavia, ha promesso di imporre dazi elevati sulle merci provenienti da altri Paesi. Si tratta di un punto centrale del suo programma, nonostante gli avvertimenti di molti economisti secondo cui tali misure farebbero probabilmente aumentare l'inflazione, dal momento che il costo dei dazi generalmente ricade sui consumatori.
Durante la campagna elettorale, Trump ha ventilato la possibilità di imporre dazi del 60% alla Cina e di imporre ulteriori dazi elevati a Paesi come Messico e Canada. In uno dei suoi primi decreti esecutivi dopo l'insediamento, Trump è sembrato fare marcia indietro rispetto all'imposizione immediata di dazi. Secondo il New York Times, «il decreto esecutivo ordinerà alle agenzie federali di esaminare le pratiche commerciali e valutarie sleali e di indagare se i governi stranieri hanno rispettato i termini dei due accordi commerciali firmati da Trump durante la sua prima presidenza. Inoltre, chiederà al governo di valutare la fattibilità della creazione di un “External Revenue Service” per la riscossione di tariffe e dazi».
Un altro possibile approccio dell'amministrazione sarebbe quello di imporre restrizioni agli investimenti in industrie cinesi di peso e alle esportazioni di alta tecnologia verso la Cina. Fermare lo sviluppo della tecnologia dell’intelligenza artificiale cinese è stata una politica chiave dell'amministrazione Biden e probabilmente continuerà sotto Trump. Negli ultimi giorni del suo mandato, Biden ha imposto alla Cina nuovi controlli sulle esportazioni funzionali a limitare le forniture di chip per computer avanzati utilizzati per sviluppare l'intelligenza artificiale.
La politica statunitense nei confronti della Cina negli ultimi anni è definita dalla competizione inter-imperialista tra gli Stati Uniti, che sono ancora la potenza imperialista più forte, e un concorrente in ascesa, la Cina. La Cina compete direttamente con gli Stati Uniti per le risorse, i mercati e i vantaggi geopolitici in Africa, Asia e America Latina. Lo scopo del «pivot to Asia» di Obama e delle politiche economiche di Biden è stato quello di preparare gli Stati Uniti a competere con la Cina su scala mondiale.
Uno degli ordini esecutivi di Trump ritarda di 75 giorni l'applicazione del divieto per TikTok. La recente legge sta cercando di forzare la vendita della piattaforma a un proprietario statunitense. Inizialmente Trump aveva chiesto di vietare la piattaforma a causa del suo presunto controllo da parte del Partito comunista cinese. Non è privo di ironia il fatto che gli utenti di TikTok stiano ora affollando RedNote (Xiaohongshu), un'app che prende il nome dal Libretto rosso di Mao.
Nel suo discorso Trump ha affermato una cosa non vera, cioè che la Cina controlla il Canale di Panama e ha detto che la sua amministrazione avrebbe riportato il canale sotto il controllo degli Stati Uniti. Non ha escluso l'uso della forza militare per ottenere il controllo del Canale e della Groenlandia.
Una raffica di decreti esecutivi
Il primo decreto esecutivo che Trump ha firmato il 20 gennaio è stato un perdono completo per 1500 rivoltosi del 6 gennaio 2021. Ha inoltre commutato le sentenze di oltre una dozzina di membri degli Oath Keepers di estrema destra [organizzazione complottista, ndt], tra cui il loro leader, Stewart Rhodes. Enrique Tarrio, l'ex capo dei Proud Boys [organizzazione squadrista, razzista, omofoba e maschilista, ndt], che stava scontando 22 anni di carcere per cospirazione sediziosa, ha ricevuto la grazia completa, insieme ad altri tre leader di spicco del gruppo fascista. Nel frattempo, nelle strade di Washington, i Proud Boys marciano dietro uno striscione di Trump, al grido di «Le strade di chi? Le nostre strade!», «Fanculo Joe Biden!» e «Fanculo antifa!».
Inoltre, Elon Musk, durante il suo discorso del giorno dell'inaugurazione a un certo numero di fedeli del Maga, è parso fare un saluto romano, di solito associato all'hitlerismo. Musk, cresciuto nel Sudafrica dell'apartheid, è ben noto per le sue simpatie di estrema destra. Di recente ha appoggiato l’organizzazione di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) e ha sostenuto la libertà del neonazista britannico Tommy Robinson, incarcerato. La filo-sionista Anti-Defamation League (AdL) ha giustificato il gesto di Musk limitandosi a definirlo «imbarazzante».
Uno degli ordini del giorno più gravi è il tentativo di porre fine alla cittadinanza per diritto di nascita, garantita dal 14° emendamento. Secondo il Washington Post, «l'ordine di Trump cerca di reinterpretare il 14° emendamento della Costituzione, che concede la cittadinanza a tutte le persone nate sul suolo degli Stati Uniti, un cambiamento che secondo gli studiosi di diritto è illegale e sarà rapidamente contestato nei tribunali. L'ordine sulla primogenitura fa parte di una serie di direttive sull'immigrazione volte ad annullare le politiche dell'amministrazione Biden e ad esercitare gli oscuri poteri presidenziali per lanciare un ampio giro di vite lungo il confine e nelle comunità di immigrati». L'Aclu [American Civils Liberties Union] del New Hampshire e del Massachusetts ha annunciato la presentazione di un'azione legale per conto dei genitori i cui figli sarebbero stati colpiti dall'ordine di Trump; anche diverse amministrazioni statali hanno aderito alla causa.
Trump ha anche attaccato le persone transgender con un decreto intitolato «Difendere le donne dall'estremismo dell'ideologia gender e ripristinare la verità biologica nel governo federale». Secondo The Advocate, «l'ordinanza ordina alle agenzie federali di riscrivere le politiche e di rimuovere i riferimenti all'identità di genere. I passaporti, i registri della sicurezza sociale e altri documenti di identificazione rilasciati dal governo dovranno ora riflettere solo il sesso assegnato alla nascita di un individuo. Le scuole, i centri di accoglienza e i luoghi di lavoro che ricevono finanziamenti federali non saranno più tenuti ad accogliere l'identità di genere delle persone transgender. Nelle carceri e nei centri di detenzione, l'ordine prevede che le donne transgender siano alloggiate con gli uomini, indipendentemente dalla loro sicurezza o identità di vita».
Misure sul cambiamento climatico annullate
Nel suo discorso inaugurale Trump aveva promesso che avrebbe promosso una politica di «trivellazioni, baby, trivellazioni», ponendo fine ai sussidi per i veicoli elettrici e al «Green New Deal» (che in realtà non è mai stato messo in atto). Uno dei primi atti di Trump alla Casa Bianca è stato quello di ritirare gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima, proprio come aveva fatto durante la sua prima amministrazione.
Anche se gli Stati Uniti stanno producendo più petrolio che in qualsiasi altro momento della storia, e più di qualsiasi altro Paese, Trump insiste nel dichiarare una «emergenza energetica nazionale», che rafforzerebbe i suoi poteri di scavalcare le protezioni ambientali. Ha dichiarato l'intenzione di snellire i regolamenti governativi che possono «imporre oneri ingiusti» sull'estrazione, la perforazione e la lavorazione dei combustibili fossili. Aprirà inoltre ulteriori terre e acque federali alle trivellazioni petrolifere, ponendo fine alla concessione di aree per le turbine eoliche.
Trump ha anche ritirato gli Stati Uniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (citando la cattiva gestione da parte dell'Oms della pandemia Covid-19) e ha posto fine a tutti i programmi governativi Dei [Diversity, Equity, Inclusion Programs].
Infine, con uno schiaffo alle popolazioni indigene, ha cambiato il nome del monte Denali in Alaska (nella lingua del popolo Koyukon Athabascan «Denali» significa «Il Grande») in Monte McKinley. Il Presidente McKinley era fortemente favorevole alle tariffe doganali. Presiedette alla vittoria degli Stati Uniti nella guerra ispano-americana, in cui gli Stati Uniti si impadronirono di Porto Rico, Guam e delle Filippine come colonie, mentre occupavano Cuba con le truppe.
Ciò si sposa con la versione sciovinista della storia degli Stati Uniti che Trump ha presentato nel suo discorso inaugurale. Ha affermato che gli Stati Uniti sono stati costruiti da «americani che si sono spinti per migliaia di chilometri attraverso una terra aspra e selvaggia». Questa mitologia ignora intenzionalmente il genocidio delle popolazioni indigene che vivevano in Nord America da migliaia di anni, l'impiego di manodopera schiavile per dissodare e coltivare i campi e le guerre degli anni Quaranta del XIX secolo, durante le quali gli Stati Uniti espropriarono metà del territorio messicano. Similmente, Trump cerca anche di rinominare il Golfo del Messico come «Golfo d'America».
Politica su Iran e Israele
Una sorpresa è l'apparente partecipazione del team di Trump all'organizzazione di un cessate il fuoco a Gaza che è praticamente identico, parola per parola, a quello proposto in precedenza da Biden e rifiutato dal regime di Netanyahu. Biden avrebbe potuto concludere questo accordo mesi fa e salvare migliaia di vite. Ottenere un arresto permanente degli attacchi israeliani era nelle possibilità di Biden fin dall'inizio, se la sua amministrazione avesse semplicemente tagliato gli aiuti a Israele. Ma, da sostenitore del sionismo, Biden si è rifiutato di farlo.
Nonostante il cessate il fuoco temporaneo, le truppe israeliane rimangono a Gaza. Nel frattempo, truppe e coloni armati sono impegnati in un pogrom omicida contro i palestinesi a Jenin e in altre città della Cisgiordania occupata. Rimane la minaccia che l'accordo di Gaza possa disintegrarsi.
La politica di Trump nei confronti di Israele sarà per molti aspetti simile a quella dell'amministrazione Biden, che non è mai stata amica dei palestinesi. Infatti, nel 2024 Trump ha commentato che Israele dovrebbe «finire ciò che ha iniziato» e «finirlo in fretta». Tra i suoi primi atti alla Casa Bianca, Trump ha revocato le sanzioni imposte dall'amministrazione Biden ai coloni israeliani in Cisgiordania che erano stati coinvolti in atti di violenza.
Durante la sua prima amministrazione, Trump è stato molto tollerante nei confronti dell'espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e non ha mai criticato l'attuale guerra genocida di Israele contro i palestinesi. Tuttavia, ha criticato come la guerra viene presentata, affermando: «Una cosa che odio è che pubblicano video in continuazione. Ogni notte pubblicano i video di un edificio che crolla. Non dovrebbero diffondere video del genere. Ecco perché stanno perdendo la guerra delle pubbliche relazioni. Israele sta assolutamente perdendo la guerra delle pubbliche relazioni».
Sebbene Trump si sia presentato in campagna elettorale come un candidato «pacifista», la sua retorica contro l'Iran è stata molto bellicosa. È probabile che Trump imporrà sanzioni punitive all'Iran per fermare il presunto programma nucleare iraniano. Il regime iraniano è indebolito dal dissenso interno, da un'economia povera e dai problemi militari a causa degli attacchi statunitensi e israeliani contro le forze alleate dell'Iran in Libano e Siria. Non si sa se Trump appoggerebbe un attacco militare israeliano all'Iran.
Nell'ottobre 2024, Trump ha rifiutato il sostegno degli Stati Uniti a un cambio di regime e ha dichiarato: «Vorrei che l'Iran avesse molto successo. L'unica cosa è che non possono avere un'arma nucleare». Non è chiaro cosa questo significhi concretamente. Nel suo primo mandato, Trump si è ritirato dall'accordo multilaterale sul nucleare iraniano del 2015, noto come Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa). Ha invece optato per una campagna di «massima pressione», ripristinando le sanzioni che erano state revocate quando l'Iran aveva soddisfatto i requisiti del Jcpoa. Qualsiasi tipo di accordo Trump faccia con l'Iran dovrà probabilmente affrontare l'opposizione dei falchi iraniani del suo stesso partito e dei democratici. Il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha già dichiarato che «Israele non sarà vincolato da alcun accordo con l'Iran e continuerà a difendersi».
Addio, genocida Joe
L'ultimo discorso di Biden in carica ha avvertito che un'oligarchia di ricchi e un «complesso tecnologico-industriale» sono una minaccia per la democrazia statunitense: «Oggi in America sta prendendo forma un'oligarchia con una ricchezza estrema, potere e influenza che minaccia letteralmente la nostra intera democrazia, i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali, e una giusta possibilità per tutti di andare avanti». Biden dovrebbe saperlo: ha trascorso la sua carriera politica al servizio di quelle stesse élite.
Biden e i Democratici contribuiscono a facilitare l'ascesa del Trumpismo. La «preoccupazione di Biden per i diritti democratici potrebbe essere lodevole se lui e il suo partito non avessero passato gli ultimi 15 mesi a diffamare gli oppositori del genocidio di Gaza sostenuto dagli Stati Uniti. Gli attacchi bipartisan alla libertà di parola nei campus, con il pretesto di fermare l'antisemitismo, sono un'enorme minaccia per tutti i nostri diritti.
Nei suoi ultimi giorni di mandato, Biden ha emesso un numero record di condoni. Ha graziato più di 8.000 persone, tra cui suo figlio Hunter - che ha rischiato 17 anni per una condanna per evasione fiscale e 25 per un reato federale di detenzione di armi da fuoco -, altri cinque membri della sua famiglia e alcuni attuali ed ex funzionari governativi e militari che Trump si è impegnato a perseguire. La grazia comprende 6500 persone precedentemente condannate in base alle leggi federali sulla marijuana. Con una mossa sorprendente, Biden ha commutato la pena di Leonard Peltier, prigioniero politico di lunga data [è un attivista per i diritti nei nativi condannato nel 1976, ndt]. Le condizioni di rilascio di Peltier prevedono gli arresti domiciliari, non la completa libertà di movimento.
La partenza di Biden segna la fine di una presidenza terribile. L'eredità di Biden sarà per sempre macchiata dalla sua complicità nel genocidio di Israele.
Resistenza e indipendenza
Sebbene i numeri delle recenti mobilitazioni indichino un certo livello di demoralizzazione, l'avvento del nuovo regime di Trump rendono la resistenza, l'unità e la solidarietà una necessità. Rispetto a otto anni fa, quando la mobilitazione delle donne ha portato 500.000 persone a Washington e altrettante nelle proteste in tutto il Paese, le mobilitazioni di quest'ultimo fine settimana hanno visto scendere in strada solo una parte di quei numeri. I primi colpi di coda dell'agenda anti-popolare di Trump - che sventra le leggi ambientali, attacca gli immigrati, le persone Lgbt+ e le donne - rendono urgente la costruzione di un'azione di contrasto. Dovrebbe anche essere chiaro che nessuno, nemmeno i suoi sostenitori, resterà immune dagli attacchi di Trump.
La lezione delle elezioni del 2024 è che i lavoratori e i popoli oppressi non possono riporre alcuna fiducia nei politici borghesi o nei tribunali. I Democratici non sono un alleato della classe operaia e votare per loro ci distoglie solo dalla necessità di costruire il nostro strumento politico, un partito basato sulla classe operaia, sulle sue organizzazioni di massa, sui sindacati e sulle organizzazioni degli oppressi speciali.
Il nostro potere è nelle strade! Più volte nella storia, è stata l'azione di massa della classe operaia e degli oppressi a produrre un vero cambiamento. Nessuna conquista di cui godiamo, dalla previdenza sociale ai diritti civili, alla tutela dell'ambiente, è mai stata elargita da una classe dirigente benevola: questi cambiamenti sono stati strappati dalle loro mani grazie all'azione delle masse. (23/1/2025)
Note
- Questa politica è confermata dai fatti, successivi alla stesura di questo articolo, relativi alla deportazione di immigrati https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2025/01/24/migranti-espulsi-in-catene-foto-shock-dalla-casa-bianca_82602b2f-bc69-4441-91c8-60dcf5da398f.html