Per la vittoria del popolo iracheno!
Sono trascorsi tre anni dall'aggressione angloamericana all'Irak, tre anni di occupazione militare, eccidi, saccheggi, bombardamenti, torture. In realtà, dietro il paravento del "ripristino della democrazia" l'imperialismo mirava al controllo delle risorse energetiche della regione ed alla conquista di una postazione strategica negli equilibri internazionali.
Tutto faceva pensare ad una rapida vittoria delle truppe di Bush e Blair, coadiuvate da quelle di Berlusconi, ma una non prevista resistenza militare ha ostacolato i piani degli eserciti del capitalismo imperialista determinandone l'impantanamento. Certo, la resistenza è egemonizzata dalle direzioni politiche reazionarie laiche o religiose e da gruppi terroristici di matrice fondamentalista, ma larga parte del popolo irakeno rivendica la fine dell'occupazione attraverso una diffusa rivolta popolare contro la missione coloniale, dando voce ed incoraggiando le mobilitazioni occidentali per il ritiro delle truppe.
Sabato 18 febbraio si è tenuta a Roma una manifestazione per rivendicare il diritto del popolo palestinese alla propria autodeterminazione ed alla resistenza contro l'occupazione sionista, oltre che per manifestare piena solidarietà al popolo iracheno, a sua volta oppresso dall'imperialismo.
La vittoria di Hamas alle elezioni per il rinnovo del parlamento palestinese del 25 gennaio scorso costituisce un esito dal significato molto importante nel quadro della lotta per la liberazione e l'autodeterminazione del popolo palestinese e, più in generale, per la liberazione dell'intero Medioriente.
Sicuramente, il risultato elettorale - che costituisce uno schiaffo per il sionismo e l'imperialismo - è stato il prodotto del combinarsi di una forte radicalizzazione (a partire dalla seconda Intifada) della resistenza all'occupazione imperialista e della crescente sfiducia popolare nella direzione corrotta ed accomodante verso Israele di Al Fatah.
Sabato 18 febbraio si terrà a Roma la manifestazione nazionale "No ai ghetti di Israele in Palestina Uno Stato palestinese adesso".
Per rispondere con forza alle nuove ingiunzioni di resa scagliate da Stati Uniti e UE contro i processi di resistenza in Medio Oriente; per contribuire alla formazione di una mobilitazione decisiva, di massa contro lo Stato d'Israele e l'imperialismo mondiale (principale ostacolo per la costituzione di una Palestina libera, laica e socialista),
"Progetto Comunista-Rifondare l'opposizione dei Lavoratori" aderisce al corteo e dà appuntamento ai propri sostenitori alle ore 12, in piazza della Repubblica .
Saremo presenti con un volantino, il nostro gazebo e il nuovo numero di Progetto Comunista.
Una parabola per chi si è infilato nell'Unione di Alberto Airoldi C'era una volta, sembra proprio tanto tanto tempo fa, un sindacalista buono, che aveva lottato contro una dittatura e contribuito a creare un partito dei lavoratori tanto democratico e tanto innovativo da piacere anche a inveterati antipartitisti. Questo partito governava in molte municipalità, dove aveva introdotto un sistema incredibilmente democratico e innovativo: il metodo partecipativo. Si batteva contro la corruzione e per la moralizzazione della vita politica. Purtroppo, però, alle elezioni nazionali non vinceva mai, a causa della vile congiura degli interessi di capitalisti, latifondisti, mass media.
Il "modello Zapatero" alla prova dei fatti
di Alberto Madoglio
Un anno e mezzo fa in Spagna il Psoe guidato da Zapatero vinceva le elezioni politiche, a danno del Partito Popolare che governava il Paese da otto anni.
Il risultato elettorale tedesco ed il consolidamento dell'opzione centrista
di Valerio Torre
L'ultimo anno di vita del governo "rosso-verde" di Gerhard Schroeder è stato molto sofferto: le elezioni locali in vari land tedeschi (da ultimo, quelle svoltesi in Nordreno-Westfalia) marcavano sconfitte su sconfitte della Spd (il partito socialdemocratico del premier) che subiva inoltre importanti scissioni (la più significativa delle quali quella di Oskar Lafontaine) e vedeva nascere alla sua sinistra una nuova formazione politica (la Wasg, sigla che sta per "Alternativa elettorale per il lavoro e la giustizia sociale", in cui erano confluiti, appunto, transfughi dell'ala sinistra della Spd e sindacalisti), mentre cresceva il peso politico dell'Unione Cdu-Csu, guidata da Angela Merkel, proiettata dai sondaggi verso una vittoria travolgente contro lo stesso Schroeder. Insomma, c'erano tutte le condizioni perché di qui al 2006 si determinasse un progressivo logoramento della coalizione di governo ed infine un suo rovesciamento ad opera della sfidante di centrodestra.
Trovate qui sotto un comunicato del Coordinamento per la rifondazione della IV internazionale (tradotto da Francesco Ricci) in relazione ai fatti che stanno attraversando le periferie di Parigi e che si vanno estendendo ad altre città francesi. Si tratta della ribellione di consistenti settori giovanili -in gran parte immigrati, ma non solo- costretti a condizioni di vita miserrime, a causa della violenza del sistema capitalistico: disoccupazione, fame, miseria, razzismo.
Trovate qui sotto la traduzione di un comunicato del Partido Obrero (PO, Argentina), di denuncia di un attentato incendiario contro la sede centrale del PO a Buenos Aires.
Il grave episodio -come denunciano i compagni del PO- avviene dopo ripetuti attacchi politici da parte del governo contro quella che è la principale forza della sinistra rivoluzionaria in Argentina, nonché parte (insieme all'Amr Progetto Comunista e ad altre organizzazioni in Grecia, Brasile, Stati Uniti, ecc.) del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale (CRQI).
Ai compagni del PO va tutta la nostra solidarietà.
Francesco Ricci